Safenectomia Endovascolare. Vene varicose e safena: come si curano oggi con tecniche mini-invasive

L’insufficienza venosa è una condizione in cui le vene delle gambe non riescono a far risalire correttamente il sangue verso il cuore. Nelle gambe esistono delle valvole che, come porticine, permettono al sangue di salire contro gravità; se queste valvole sono danneggiate o non funzionano più, il sangue ristagna, aumenta la pressione all’interno della vena e ne provoca la dilatazione. La vena safena, la più lunga del corpo, contiene circa venti valvole; il loro malfunzionamento è una delle principali cause delle vene varicose.

Sintomi e cause

Quando la safena o altre vene superficiali diventano incontinenti, si manifestano vari disturbi:

  • Sensazione di pesantezza e dolore alle gambe, soprattutto dopo molte ore in piedi o alla sera.
  • Crampi notturni, formicolii o prurito, che migliorano tenendo le gambe sollevate.
  • Gonfiore delle caviglie, pelle che cambia colore e diventa secca o pruriginosa, fino alla comparsa di ulcere nelle fasi avanzate.
  • Vene varicose, visibili come cordoni dilatati e tortuosi lungo le gambe.

Fattori di rischio includono predisposizione genetica, età avanzata, gravidanze multiple, obesità, sedentarietà, lavori che richiedono lunghi periodi in piedi, e esposizione prolungata al calore. L’insufficienza venosa può anche svilupparsi dopo una trombosi venosa profonda.

Trattamenti conservativi

Nelle fasi iniziali, la cura si basa su modifiche dello stile di vita (controllo del peso, evitare lunghi periodi in piedi, attività fisica regolare) e terapia compressiva con calze elastiche per favorire il ritorno venoso. L’elevazione delle gambe e l’esercizio del polpaccio (il “secondo cuore”) aiutano il sangue a risalire. Farmaci flebotonici possono ridurre il gonfiore e migliorare il tono venoso.

Trattamenti endovascolari e chirurgia

Se la safena è molto dilatata o i sintomi sono gravi, si ricorre a trattamenti che chiudono la vena malata e deviano il sangue verso vene sane. Oggi la terapia di prima scelta è rappresentata dalle procedure ablative percutanee, eseguite tramite piccole punture in anestesia locale sotto guida ecografica. Le tecniche più usate sono:

  • Termoablazione laser endovascolare (EVLA) e radiofrequenza (RFA): un sottile catetere inserito nella safena emette calore (laser o radiofrequenza) che provoca la chiusura della vena. L’uso di laser di ultima generazione permette di ridurre l’energia necessaria, limitando il rischio di danno ai tessuti circostanti e il dolore postoperatorio. La procedura dura circa 30 minuti, si esegue in day‑hospital e consente un recupero rapido. Le linee guida internazionali raccomandano queste tecniche come prima scelta perché sono minimamente invasive e offrono risultati sovrapponibili o migliori rispetto alla chirurgia tradizionale.
  • Scleroterapia con schiuma o colla cianoacrilica: indicata per vene meno ectasiche o come complemento alle ablazioni. Una sostanza sclerosante o un adesivo medico chiude la vena, che viene poi riassorbita dall’organismo.
  • Interventi chirurgici (safenectomia o stripping): prevedono l’asportazione della safena e si riservano ai casi più complessi o recidivanti. Sono più invasivi e richiedono una convalescenza più lunga, con maggior rischio di ematomi e danni ai nervi.

Le tecniche endovascolari, come EVLA e RFA, sono considerate efficaci almeno quanto la chirurgia nel trattare l’insufficienza della safena, ma con meno dolore post‑procedura, ridotto uso di analgesici e un ritorno più rapido alle normali attività. Gli studi mostrano alti tassi di successo (oltre il 90 % di chiusura della vena a uno o più anni) e un miglioramento significativo dei sintomi.

In sintesi

L’insufficienza venosa degli arti inferiori è causata dalla dilatazione delle vene superficiali e dal malfunzionamento delle loro valvole; l’incompetenza della vena safena è un meccanismo frequente che dà origine alle varici. I sintomi includono pesantezza, dolore, gonfiore, crampi e alterazioni cutanee. Nei casi più lievi si ricorre a esercizi, perdita di peso e calze elastiche. Nei casi più avanzati, le moderne procedure endovascolari (laser, radiofrequenza, scleroterapia) permettono di chiudere la vena malata attraverso una semplice puntura, in anestesia locale, con recupero rapido e minime cicatrici. La chirurgia tradizionale è oggi riservata a situazioni particolari.